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Channel: Logopedia Eulalia – Studio della Logopedista Elena Ferino di Padova
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Oggi lo Studio Logopedia Eulalia ha ripreso le attività. Nelle intenzioni avrei dovuto pubblicare questo post a giugno, ma ho avuto bisogno di staccare e ripartire proprio da qui…

Tutto l’anno e poi in particolare prima della pausa estiva prevista nel mese di agosto, negli incontri tra professioniste abbiamo raccolto quanto seminato in precedenza, giorno dopo giorno, e ci siamo ancora una volta confrontate su quelle che riconosciamo tra le migliori prassi per ottenere i risultati desiderati nel nostro lavoro, ossia il benessere della persona che abbiamo di fronte e, al contempo, la soddisfazione di noi professioniste

Tra le modalità di lavoro che non ci siamo più accontentate di leggere in letteratura, ma per cui abbiamo deciso di investire il nostro tempo al fine di realizzarle in studio troviamo: la terapia in piccolo gruppo, la multidisciplinarietà e il coinvolgimento dei familiari in stanza e a casa per la terapia indiretta.

Di seguito si riporta parte di un elaborato del lavoro nato esattamente a settembre 2017 e che nel corso dell’anno si è sviluppato e ci ha consentito di vedere grandi risultati…

Cogliamo l’occasione di ringraziare le famiglie che rispondono alle nostre proposte con fiducia e motivazione, e iniziano e proseguono i percorsi all’insegna del dialogo e della collaborazione

Personalmente ringrazio in particolare Tamara, Benedetta ed Emanuela con cui abbiamo lavorato fianco a fianco in un anno per me non facile a livello di salute… La loro serietà in tutti i passaggi che la presa in carico di un paziente comporta, il loro sorriso fin dalla mattina presto, la determinazione fino all’ultimo gradino da salire, la voglia di fare e sperimentare, e tante altro, mi hanno aiutata a ritrovare la forza per riprendere a lavorare come da sempre desiderato…

PROGETTO MULTIDISCIPLINARE – GRUPPO 1

 

In corrispondenza all’anno scolastico 2017/2018 si sono svolti incontri di terapia multidisciplinare di gruppo a cadenza settimanale nella giornata del lunedì in orario 9.00-10.00 (terapia diretta con le professioniste: 9.00-9.45; terapia indiretta con i familiari presenti in stanza: 9.45-10.00).

 

Professioniste: Dott.ssa Elena Ferino e Dott.ssa Benedetta Vanotti (Logopediste); Dott.ssa Emanuela Sgroi (Psicomotricista-Pedagogista Clinica).

 

Destinatari: 4 bambini, di cui 3 bambini che frequentano il 2° anno di scuola dell’infanzia ed 1 bambino che frequenta il 3° anno di scuola dell’infanzia.

 

Il progetto multidisciplinare destinato al Gruppo 1 è stato pensato in base a:

– conoscenza dei singoli bambini in terapia individuale e di gruppo da parte delle logopediste

– osservazione da parte della Dott.ssa Sgroi dell’incontro di gruppo svoltosi in data 29 gennaio 2018

– condivisione continua tra le professioniste

 

 

L’esprimersi del bambino è dapprima corporeo e poi diventa verbale. Questo spiega come linguaggio e motricità siano in stretta relazione. Tale legame è da tenere ben in considerazione in un percorso specifico di sviluppo di competenze comunicativo-linguistiche.

Obiettivo del progetto è creare desiderio e piacere attraverso esperienze di gioco e di movimento finalizzate al ritmo, alle pause, all’ascolto del proprio corpo, tutti aspetti fondamentali per incrementare le proprie competenze verbali.

Le proposte di gioco mireranno a potenziare la conoscenza del proprio corpo, la percezione spaziale, la percezione temporale e la coordinazione motoria.

L’ascolto di sé e di quanto intorno a sé permette al bambino di sintonizzarsi con la propria produzione verbale. Più ho piacere a muovermi e ad esplorare attraverso il corpo, più si crea il desiderio di parlare. Dal desiderio ci sarà il passaggio ad un nuovo importante processo, quello dell’“attenzione percettiva”, che permette di associare ad ogni esperienza percettiva un simbolo verbale.

 

 

A livello logopedico, in contesto ludico e comunicativo, si perseguono i seguenti obiettivi:

  • accrescere il contatto oculare;
  • monitorare e stimolare il linguaggio orale in comprensione e produzione (completare l’inventario fonetico e ridurre i processi di struttura e di sistema; incrementare l’ampiezza del lessico recettivo/espressivo e stimolare lo sviluppo di reti semantiche; migliorare la pianificazione morfo-sintattica, rendere il testo orale maggiormente coerente e coeso);
  • favorire le abilità pragmatiche, in particolare cogliere la valenza della comunicazione verbale e dell’effetto che questa ha sull’interlocutore, stimolare e bilanciare le abilità conversazionali a livello di responsività (rispondere a domande, rispondere a richieste, mantenere la contingenza) e a livello di assertività (fare domande, fare richieste, fare proposte), accrescere l’alternanza del turno in presenza di uno o più interlocutori;
  • incrementare le abilità di imitazione a livello di gesti, azioni, produzione vocale e verbale;
  • migliorare le prassie grafo-motorie.


CONCLUSIONI

 

L’estate dello scorso anno presso Logopedia Eulalia ha preso forma l’idea della terapia logopedica in gruppo e, con l’invito alle famiglie e la loro risposta, il progetto ha avuto inizio a settembre 2018, ad opera delle logopediste Dott.ssa Elena e Dott.ssa Benedetta.

 

La terapia logopedica in gruppo nasce dalla volontà di poter creare, grazie alla presenza di più di un solo bambino e un solo professionista, situazioni comunicative più vicine alla realtà quotidiana rispetto al contesto clinico in stanza e, dunque, più stimolanti sul piano cognitivo-linguistico e motivazionale. Questo per favorire una maggiore efficacia terapeutica in termini di generalizzazione e mantenimento dei risultati.

 

Dei bambini oggi presenti, due hanno iniziato il percorso a settembre, altri due in tempi successivi (novembre e gennaio). In generale, il cambiamento richiede molteplici risorse ed è occasione di maturazione: tutti e quattro i bambini si sono ottimamente adattati alle diverse situazioni che nel tempo si sono create.

 

Su iniziativa delle professioniste e con consenso dei genitori, a marzo c’è stata un’altra novità: con la presenza della Dott.ssa Emanuela, psicomotricista e pedagogista clinica, il gruppo è diventato multidisciplinare (discipline: logopedia e psicomotricità) ed è stato possibile coinvolgere maggiormente, in senso propedeutico ed accompagnatorio, i vari processi cognitivi relati al linguaggio verbale.

 

Nei vari incontri si sono ideate attività di gioco atte a favorire tra i presenti comunicazione, dove per comunicazione si intende quanto di seguito riportato.

Dal latino: communicare, mettere in comune, derivato di commune, propriamente, che compie il suo dovere con gli altri, composto di cum insieme e munis ufficio, incarico, dovere, funzione. Incredibile il valore di questa parola, ed incredibile la profondità intuitiva della sua etimologia. Consapevole delle proprie responsabilità e forte del proprio ruolo, la comunicazione è un’espressione sociale, un mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé: non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare; la comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura. Propria di ogni essere vivente (chimica, comportamentale o sonora che sia), come umani abbiamo l’ulteriore responsabilità derivante da un linguaggio evolutivamente tardivo, fragile ma raffinatissimo che – noblesse oblige – non possiamo non usare al meglio per aver cura del nostro ambiente di vita, comunicando una cultura elevata nel nostro alto ufficio di ultimogeniti figli maggiori della Natura.

Testo originale tratto da unaparolaalgiorno.it: https://unaparolaalgiorno.it/significato/C/comunicare

 

Di volta in volta, su proposta delle professioniste e in base alle risposte dei bambini in gruppo, si è venuto a creare un ambiente ricco di immagini (reali o di fantasia), ritmi, silenzi, svariati codici e contenuti, memorie, affetto, … Ne sono risultate occasioni di relazione tra i bambini e con gli adulti di riferimento (professioniste nel tempo della terapia diretta; professioniste e genitori nel tempo della terapia indiretta).

 

Nel gruppo i bambini sono stati incentivati ed incoraggiati a:

– cogliere nell’immediato, sul piano motorio e verbale, comportamenti efficaci propri ed altrui al fine di renderli in tempi successivi oggetto di riflessione, imitazione ed apprendimento;

– condividere (la condivisione è stata principalmente di spazi, giochi, tempi, ruoli, attenzione degli interlocutori);

– sperimentarsi in compiti linguistici e non, di difficoltà variabile;

– cooperare uno con l’altro superando le normali incomprensioni che sorgono tra individui che entrano in relazione.

Tutti e quattro i bambini sono riusciti a vivere successi personali, accogliendo ed affrontando limiti e difficoltà propri e altrui, non da soli oppure in un rapporto privilegiato 1 a 1 con l’adulto, ma insieme ai compagni.

 

Si segnala che, avanzando nel percorso, è stato possibile ridurre progressivamente l’intervento e la mediazione da parte dell’adulto e si sono osservate tra i bambini dinamiche comunicative via via più complesse sul piano corporeo, verbale ed emozionale, con sempre più frequenti momenti di auto-/etero-regolazione tra i bambini stessi e felice riuscita delle comunicazioni.

 

Tutto ciò è stato attuabile attraverso l’utilizzo dei diversi linguaggi che ci permettono di manifestare, esprimere, comunicare noi stessi, dunque in primis, ma non solo, con le parole.

SPUNTI PER IL PERIODO ESTIVO

 

 

SPUNTI DI LOGOPEDIA

 

ATTIVITÀ

il genitore coglie e loda il successo comunicativo* e linguistico** del bambino

*successo comunicativo: contatto oculare, iniziativa comunicativa, rispetto del turno nel gioco o in conversazione

**successo linguistico: articolazione corretta del suono target

 

OBIETTIVO

per il genitore: focalizzarsi sulle abilità in via di acquisizione e gratificare il proprio bambino

per il bambino: accrescere le competenze comunicativo-linguistiche

e la soddisfazione per i propri atti comunicativi e linguistici

 

 

SPUNTI DI PSICOMOTRICITÀ

 

ATTIVITÀ

genitore e bambino sperimentano insieme la gioia del movimento e il piacere corporeo

in esperienze di gioco a corpo libero o con oggetti

 

OBIETTIVO

per il genitore: divertirsi con il proprio bambino

per il bambino: giocando e divertendosi con mamma e papà sviluppare sempre maggiori capacità senso-motorie

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Intervista Logopediste bambini ed adulti Padova

Le donne

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Le donne

Le donne che corrono
Che non dimenticano
Che cercano, che trovano
Che camminano sul filo sottile

Che diventano mamme
Che erano figlie
Ed un giorno capiscono la loro madre,
Le stesse difficoltà

Che si fanno belle
Che sono già belle
Un gioiello però dona luce
Ancor di più se donato con amore

La donna che lavora
Che tiene presenti i figli
Che cerca protezione
Che cresce e sorride

 
Scrivo sulle donne perché credo, per forza di cose, di conoscerle meglio

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La conoscenza

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Rita Levi Montalcini

 

Il linguaggio è un’arte come fare il pane o far la birra… Differisce tuttavia moltissimo da tutte le arti ordinarie, poichè l’uomo ha una tendenza istintiva a parlare, come vediamo nel balbettio dei nostri bambini, mentre nessun bambino ha la tendenza istintiva a fare il pane o la birra, o a scrivere. CHARLES DARWIN

Accettata la teoria dell’evoluzione, che la scoperta del codice genetico ha definitivamente sancito e e corredato dei meccanismi operativi, del tutto sconosciuti al tempo della sua scoperta, l’uomo si è posto la domanda di quale ruolo abbia giocato il sistema nervoso, e più precisamente il cervello, nel processo evolutivo che doveva conferirgli questa posizione di preminenza fra tutte le altre specie animali.

L’ipotesi che si presentava quale la più verosimile ed attraente, ed in quanto tale la prima suggerita, prospettava che il sistema nervoso stesso, andando incontro ad un aumento progressivo in volume e complessità dei circuiti cerebrali, fosse stato la causa prima dell’emergenza dell’Homo Sapiens dai primati e, in via indiretta, avesse determinato le differenze somatiche ovvie a chi paragoni la struttura corporea, le fattezze facciali, la deambulazione di una scimmia primitiva o antropomorfa (gibbone, orangotango, gorilla e scimpanzé) a quelle di un uomo.

[…]

La capacità di fabbricare oggetti, sia pure di natura rozza come quelli che sono stati rinvenuti presso i resti fossili degli australopitechi, avrebbe a sua volta determinato l’esigenza di comunicare tra individui e di indicare le caratteristiche degli oggetti stessi. La facoltà di comunicare e l’invenzione del linguaggio, che differisce in maniera totale dai sistemi di comunicazione tipici delle altre specie viventi, avrebbero dunque avuto origine in un periodo posteriore a quello della produzione dei primi manufatti.

Tratto da “Abbi il coraggio di conoscere” di Rita Levi Montalcini (Biblioteca Universale Rizzoli – Scienza, 2004)

Il linguaggio non manca mai…

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Il metodo danese

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IL METODO DANESE

PER CRESCERE BAMBINI FELICI

ED ESSERE GENITORI SERENI

 

JESSICA ALEXANDER e IBEN SANDAHL

 

NEWTON COMPTON EDITORI

 

 

Dopo essere stato incoronato per quarant’anni popolo più felice del mondo, cosa mantiene ancora i danesi ai primi posti nelle classifiche della felicità? Molto semplicemente, il metodo con cui crescono i loro figli. È un’eredità che si tramanda nel tempo, ripetuta da una generazione all’altra, che genera adulti sicuri di sé, equilibrati, felici e resilienti – e che può funzionare per chiunque.

Come genitori, è importante prima di tutto che esaminiamo i nostri automatismi, le nostre inclinazioni naturali in quanto genitori, così da poter meglio capire di quali cambiamenti ci sia bisogno. Prenderci del tempo per guardarci in uno specchio, e capire quali cose, di quelle fatte dalla nostra famiglia, stiano ripetendo come in un circolo vizioso. È il primo passo per un cambiamento significativo e una genitorialità forte.

Una volta identificati i nostri automatismi, i principi del PARENT forniscono strumenti semplici ed efficaci per accrescere la felicità nei nostri bambini e in noi stessi.

Play (il gioco) aiuta i bambini a sviluppare molte abilità fondamentali nella vita. Resilienza, strategie di adattamento allo stress (coping) e di negoziazione, e autocontrollo sono solo alcune delle preziose lezioni che si imparano con il gioco libero – così come la gestione dello stress che diminuisce le probabilità che i vostri bambini debbano lottare contro l’ansia una volta diventati adulti. Il gioco aiuta a sviluppare un luogo di controllo interno, che dà ai bambini la fiducia nelle proprie capacità, gettando così solide fondamenta per la felicità.

Authenticity (l’autenticità) aiuta i bambini a sviluppare una forte bussola interna poiché imparano a fidarsi delle loro emozioni. Insegnare l’onestà a noi stessi e ai nostri figli aiuta ad avere un carattere forte. E ricordate che tutte le emozioni sono giuste. Inoltre, a seconda dei vari modi in cui i bambini vengono lodati, avranno una diversa visione di se stessi nel mondo. Fare dei complimenti vuoti o concentrarsi troppo sulla loro intelligenza può bloccare i bambini, facendoli sentire insicuri e non disposti a rischiare. Lodando l’impegno, incoraggiamo una mentalità di crescita piuttosto che una mentalità di fissa, e contribuiamo a creare un individuo più tenace, profondamente sicuro di sé, e resiliente.

Reframing (la ristrutturazione) è un modo significativo di cambiare la percezione che i nostri bambini hanno della vita – e anche quella che abbiamo noi. Il modo in cui scegliamo di vedere le cose influenza il modo in cui sentiamo le cose. Gli ottimisti realistici non ignorano le informazioni negative; piuttosto, si concentrano semplicemente sulle altre informazioni a disposizione per scrivere una storia più interessante, più amorevole su se stessi, i figli, la vita in generale. La ristrutturazione può cambiare la nostra esperienza del mondo, e in questo processo rendiamo la nostra vita e quella dei nostri figli più felice. Trasmettere l’abilità della ristrutturazione ai nostri figli può essere uno dei doni più grandi che possiamo fare, promuovendo la felicità futura per loro e le generazione a venire.

Empaty (l’empatia) è una tendenza fondamentale, e fondamentalmente umana. Mentre il livello di empatia nella nostra società è diminuito e il livello di narcisismo è aumentato, le ricerche dimostrano che in noi è più innata l’empatia che l’egoismo. Giudicando e rimproverando meno, possiamo capire meglio la fragilità che c’è dentro di noi e negli altri, il che ci avvicina di più, plasma relazioni più profonde, più indulgenti e ci fa in generale più felici. Mettere in pratica l’empatia insegna ai nostri figli a rispettare gli altri e se stessi, e ciò porta a un senso di benessere più intenso.

No Ultimatums (nessun ultimatum) è un modo per ricordarsi che il braccio di ferro può condurci a perdere la calma. Molti genitori urlano o usano la punizione fisica come forma di disciplina. Perdiamo il controllo, eppure ci aspettiamo che i nostri bambini non lo facciano. In uno stile genitoriale autoritario, la fiducia e la vicinanza ai propri figli vengono sostituite dalla paura. Nel breve periodo funziona, ma alla lunga ci possono essere delle conseguenze. Lo stile genitoriale danese più diplomatico, promuove la fiducia e la resilienza nei figli. I bambini che si sentono rispettati e compresi, che vengono aiutati a comprendere e rispettare le regole, sviluppano un senso di autocontrollo molto più forte e alle fine crescono diventando adulti più felici, ed emotivamente più stabili.

Togetherness and Hygge (intimità e hygge) sono modi per promuovere relazioni più intime, che rappresentano uno degli elementi più sicuri che prevedere che una persona sarà felice. Imparando come fare l’hygge, ovvero come creare un’atmosfera intima, accogliente e serena con i nostri cari, possiamo migliorare le nostre riunioni di famiglia per renderle esperienze più piacevoli e memorabili per i nostri figli. Lasciando l’”io” fuori della porta e concentrandoci sul “noi”, possiamo eliminare tanti drammi inutili e tante negatività talora associati agli incontri familiari. Famiglie serene e un forte sostegno sociale danno vita a bambini più felici.

 

La gens italica è nota nel mondo per il cibo, la musica, la storia, l’arte, l’architettura, la moda, il calcio, …

Parlando di educazione ai figli, oggi possiamo imparare qualcosa di importante dai danesi!

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“Il fiume e l’oceano”: non aver paura del cambiamento

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Proprio come il fiume che entra nell’oceano, anche il percorso di miglioramento personale, come quello logopedico, può sembrare impervio all’inizio. Affrontando il cambiamento, scopriamo che non si tratta di perderci, ma di diventare una versione migliore di noi stessi. Non abbiate paura di trasformarvi: accettate il viaggio.

IL FIUME E L’OCEANO
Dicono che prima di entrare in mare
il fiume tremi di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.
(Khalil Gibran, 1883-1931, poeta, pittore e aforista libanese)

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Il Piacere della Comunicazione Mamma-Neonato

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La comunicazione tra mamma e neonato è un’esperienza unica e profonda, ricca di emozioni e significati. Fin dai primi giorni di vita, i piccoli iniziano a interagire attraverso suoni, espressioni e gesti. Questo dialogo silenzioso è fondamentale per lo sviluppo emotivo e linguistico del bambino.

Le mamme, attraverso il contatto visivo, il tono della voce e il linguaggio del corpo, creano un ambiente sicuro e accogliente. Questi momenti di intimità non solo rafforzano il legame affettivo, ma stimolano anche la curiosità e l’apprendimento del neonato. Il semplice atto di parlare, cantare o leggere insieme contribuisce a sviluppare le basi per una comunicazione futura più complessa.

È importante sottolineare anche il ruolo fondamentale del papà in questo processo. La comunicazione del padre con il neonato arricchisce ulteriormente l’esperienza, offrendo al bambino diverse sfumature di interazione. Il tono di voce, il contatto fisico e le attività condivise con il papà favoriscono un senso di sicurezza e appartenenza. Questi momenti aiutano a costruire una relazione unica e profonda, che contribuisce in modo significativo allo sviluppo emotivo e sociale del bambino.

Inoltre, la risposta attenta di entrambi i genitori ai segnali del bambino favorisce la sua autostima e la fiducia in se stesso. Ogni sorriso, ogni gorgheggio è un passo verso l’autonomia linguistica, un invito a esplorare il mondo attraverso le parole.

Investire tempo in questi momenti di comunicazione è quindi fondamentale. Non solo per il presente, ma anche per il futuro del piccolo, che svilupperà abilità linguistiche e relazionali solide, pronte a sostenere la sua crescita. La magia della comunicazione inizia qui, nel calore di un abbraccio e nel suono delle voci dei genitori.

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La Stagione fredda e l’importanza delle prassìe

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Con l’arrivo della stagione fredda, è fondamentale prestare attenzione alle abilità motorie e comunicative dei bambini. Le prassie, ovvero i movimenti volontari e coordinati, giocano un ruolo cruciale nello sviluppo delle loro capacità. Una delle prassie spesso trascurate è quella di soffiarsi il naso.

In inverno, i raffreddori e le allergie sono più comuni, rendendo essenziale che i bambini apprendano a gestire autonomamente questa funzione. Soffiarsi il naso non è solo una questione di igiene, ma anche un’importante abilità per la loro indipendenza.

### Come Insegnare a Soffiarsi il Naso

1. *Mostra il gesto*: Inizia a dimostrare il movimento, utilizzando un fazzoletto. Spiega ai bambini come chiudere una narice e soffiarsi delicatamente.

2. *Utilizza giochi*: Trasforma l’apprendimento in un gioco, utilizzando strumenti come palloncini o fazzoletti per rendere l’attività divertente.

3. *Pratica regolarmente*: Fai in modo che i bambini abbiano occasioni frequenti per esercitarsi, anche semplicemente durante le attività quotidiane.

4. *Accompagna con linguaggio chiaro*: È importante che i genitori accompagnino la gestualità con un linguaggio chiaro e semplice. Spiegare ogni passo, usando frasi brevi e comprensibili, aiuterà i bambini a interiorizzare meglio l’azione.

5. *Incoraggia l’autonomia*: Fai sapere ai bambini che è normale avere il naso che cola e che possono gestirlo da soli. Lodali quando ci riescono!

### Benefici

Saper soffiarsi il naso autonomamente non solo migliora la salute, riducendo il rischio di infezioni, ma aiuta anche i bambini a sviluppare la propria autonomia e a sentirsi più sicuri di sé.

Incoraggiando queste pratiche, possiamo aiutare i più piccoli ad affrontare la stagione fredda in modo più sereno e sano.

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L’attenzione è importante per comunicare meglio!

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Lo sapevi che le difficoltà di linguaggio possono essere legate a problemi di attenzione? L’attenzione è fondamentale per ascoltare, capire e parlare in modo chiaro, sia per i bambini che per gli adulti.
👦 **Per i più piccoli**, migliorare l’attenzione li aiuta a seguire le conversazioni, imparare nuove parole e comunicare senza difficoltà.
👩‍💼 **Per gli adulti**, una buona attenzione è essenziale per affrontare il lavoro, le relazioni e la vita di tutti i giorni.
Se noti che tu o una persona cara avete difficoltà a concentrarvi o a esprimervi, potrebbe essere utile un approfondimento logopedico. Insieme possiamo lavorare per migliorare attenzione e linguaggio.
📞 **Contattami per fissare un appuntamento** e scoprire come posso aiutarti!

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